

A Cannes un fantasy cinese e un dramma iraniano
'Resurrection' di Bi Gan e 'Woman and Child' di Roustaee
(di Francesco Gallo) ***ATTENZIONE EMBARGO AI SITI ALLE 24*** Al rush finale di questa 78/ma edizione del Festival di Cannes piombano sulla Croisette due film che più diversi non potrebbero essere: il fantasy 'Resurrection' del regista cinese Bi Gan e il dramma familiare di 'Woman and Child' di Saeed Roustaee. Intanto 'Resurrection', entrato per ultimo in selezione ufficiale in concorso, è un film monstre per durata, 160 minuti, e per gigantismo delle immagini e prospettive . Il film, interpretato da Jackson Yee e da Shu Qi, racconta la storia di una donna la cui coscienza cade nel 'fuso orario eterno' durante un intervento chirurgico così, schiava dei suoi stessi sogni, cerca di rianimare il cadavere di un androide privo di memoria raccontandogli delle storie. E cosa c'è di meglio per ricucire il tempo di questo sognatore senza sogni che le immagini del cinema dai suoi esordi, in bianco e nero e muto, fino a Twilight? Da qui un diorama di sequenze con questo mostro che si umanizza sempre di più fino al suo ultimo definitivo viaggio verso appunto la resurrezione, il corpo della madre. Immagini pazzesche con la fotografia di Dong Jingsong ('The Wild Goose Lake', 'Black Coal', Thin Ice), scenografie di Tu Nan ('Blossoms Shanghai' di Wong Kar-wai) e i costumi di Huang Wen-Ying. 'Resurrection' è insomma un film monumentale e divisivo al massimo e comunque l'unica opera cinese in gara a Cannes di quella che è la seconda cinematografia al mondo per importanza. Ecco alcuni numeri impressionanti: il film d'animazione 'Ne Zha 2' ha superato i due miliardi di dollari di incassi globali, diventando il primo film non hollywoodiano a raggiungere questo traguardo e il maggior successo in assoluto per un film d'animazione. Venduti per questo film oltre 300 milioni di biglietti coprendo circa il 21% della popolazione cinese. Dalla ricchezza di ambientazione e mezzi della Cina al cinema sociale di resistenza firmato dal regista iraniano trentacinquenne Saeed Roustaee che porta in concorso 'Woman and Child'. Questa la storia. Mahnaz (Payman Maadi), infermiera vedova di quarantacinque anni, cresce i suoi due figli da sola. Proprio quando sta per sposare il suo fidanzato Hamid, che porta l'ambulanza nel suo stesso ospedale, suo figlio Aliyar viene espulso da scuola. E non finisce qui: l'esuberante ragazzino subisce un tragico incidente e Mahnaz scopre anche che molte delle persone di cui si circonda, compreso, lo stesso fidanzato non sono quelle che immaginava. Di fronte alla tragedia Mahnaz non è certo una che si arrende, ma pretenderà giustizia e riparazione. Lo stesso Saeed Roustaee così la descrive: "Lo immagino un personaggio che urla nella sua testa - e aggiunge -. Il film racconta appunto la storia questa donna che resiste a tutti gli uomini che la sfidano e a una società patriarcale che la priva di tutti i suoi diritti, compreso quello di essere madre". In 'Woman and Child' fortissima, come si vede nell'immagine finale, la resistenza e la solidarietà al femminile che permette un finale con speranza. Rispetto a 'Un simple accident' di Panahi, va detto che Roustaee calca più il terreno del melò, mentre il primo, già Palma e Leone d'oro, fa ancora più male al regime con la sua puntuale ironia.
B.Scholz--FFMTZ