Frankfurter Tageszeitung - Al Gemelli un piano virtuoso per prevenire la legionellosi

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Al Gemelli un piano virtuoso per prevenire la legionellosi
Al Gemelli un piano virtuoso per prevenire la legionellosi

Al Gemelli un piano virtuoso per prevenire la legionellosi

Asl Roma 1 e Iss lo individuano come best practice

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Un sistema 'multimodale' a cui partecipano diverse figure professionali - ingegneri, igienisti e sanitari - che tiene al riparo uno dei più grandi ospedali di Roma dalla legionella. È il 'metodo Gemelli', individuato dalla Asl Roma 1 e dall'Istituto superiore di sanità come esempio virtuoso nella sorveglianza ospedaliera delle infezioni causate da questo pericoloso batterio. "La Legionellosi è un'infezione che si manifesta in primis attraverso una polmonite, a volte atipica, a volte difficile da riconoscere - spiega Patrizia Laurenti, associata di igiene presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttrice della Struttura complessa di igiene ospedaliera della fondazione Policlinico Gemelli Irccs -. Per questo sottoponiamo tutti i pazienti con sintomi sospetti a un test diagnostico di ultima generazione (la ricerca dell'antigene solubile urinario per legionella). Questo permette di fare diagnosi precoce e di instaurare tempestivamente una terapia, ma anche di mettere in sicurezza l'organizzazione, dal punto di vista del rischio di un'infezione acquisita in ospedale". "Inoltre - aggiunge Laurenti - tra le altre cose è stato messo in campo un sistema di sorveglianza che riguarda sia i circuiti di produzione e distribuzione dell'acqua calda sanitaria (ma anche dell'acqua fredda), sia i circuiti 'aeraulici', cioè le unità di trattamento dell'aria che vengono periodicamente monitorate". Il modello si basa su un approccio integrato: la direzione sanitaria si fa garante di tutto il sistema, la microbiologia offre un contributo con le metodiche di tipizzazione molecolare e i clinici danno un supporto nella tempestività diagnostica e dell'avvio della terapia salva-vita per molte persone che hanno condizioni di rischio. Per far conoscere questa best practice anche fuori dall'Italia, il piano è stato condiviso con una delegazione sanitaria dalla Giordania, nell'ambito del programma dell'Unione Europea Taiex.

L.Bauer--FFMTZ